7.7.18
Le rondini d'Italia
Le rondini d'Italia
Ricordo quel mezzogiorno del 30 novembre. Sono arrivato all'aeroporto di Ezeiza con l'ansia logica di chi viaggia per la prima volta nella terra dei suoi loro antenati. Una volta che i documenti sono stati completati, mi sono preso un caffè e ho aspettato l'ora della partenza. Grande era la gioia quando ho guardato verso il cielo celeste e ho individuato delle belle rondini, che pianificavano come ballare.
- Ci sono rondini, è di buon augurio - ho detto.
- Ci sono rondini, è di buon augurio - ho detto.
Certo, succede che è appassionato di questi animali da viaggio.
La rondine è un simbolo di vita, di vita in continuo movimento, di andare e di essere migratori, di rinascita primaverile, di libertà e di purezza. È vero, molto difficile che li vediamo a terra, un cavo di sumo qualcuno, se si incontrano soprattutto in assemblea quando alato, prestano da un'ora determinata verso un altro continente. Pertanto mangiano, viaggiano e dormono nell'aria, e da lì devono purezza.
A volte pensavo, quel Costantino, mio nonno, è partito da quel paesino, come una rondine, una rondine che viaggia con il desiderio della primavera che attraversa il mare.
Ho volato con Alitalia, e tutto ciò che ho vissuto in Italia è stato meraviglioso. Roma con il suo passato, il circo di ieri e le bestie feroci Gladiatori, Napoli con i suoi molluschi, Capri e la collina azzurra che nel 1952 ha conosciuto il poeta esiliato Pablo Neruda.
Alla fine ho viaggiato in treno da Roma a Paola. Dopo 5 ore di casi. Sono arrivato alla stazione che porta il nome di San Francesco di Paola, eremita e patrono dei marinai italiani. Ho deciso di fare i 10 km. che mi separavano da Marina di Fuscaldo, la città di mio nonno.
Cucendo la valigetta di roditore stava sfiorando la rue. Da un lato lo splendido Mar Tirreno e ad est le verdi colline. Poco dopo, il cartello azzurro annunciava: "Marina di Fuscaldo".
Sospirai e dissi: - È un peccato che in questo autunno non ci siano rondini.
Diedi qualche altro passo. Con mia grande sorpresa, come per magia, verso le colline appare il volo felice e rapido di alcune rondini. Non solo credere. Un brivido mi attraversò.
- Ci sono rondini, è di buon augurio - dissi.
C.M.
La rondine è un simbolo di vita, di vita in continuo movimento, di andare e di essere migratori, di rinascita primaverile, di libertà e di purezza. È vero, molto difficile che li vediamo a terra, un cavo di sumo qualcuno, se si incontrano soprattutto in assemblea quando alato, prestano da un'ora determinata verso un altro continente. Pertanto mangiano, viaggiano e dormono nell'aria, e da lì devono purezza.
A volte pensavo, quel Costantino, mio nonno, è partito da quel paesino, come una rondine, una rondine che viaggia con il desiderio della primavera che attraversa il mare.
Ho volato con Alitalia, e tutto ciò che ho vissuto in Italia è stato meraviglioso. Roma con il suo passato, il circo di ieri e le bestie feroci Gladiatori, Napoli con i suoi molluschi, Capri e la collina azzurra che nel 1952 ha conosciuto il poeta esiliato Pablo Neruda.
Alla fine ho viaggiato in treno da Roma a Paola. Dopo 5 ore di casi. Sono arrivato alla stazione che porta il nome di San Francesco di Paola, eremita e patrono dei marinai italiani. Ho deciso di fare i 10 km. che mi separavano da Marina di Fuscaldo, la città di mio nonno.
Cucendo la valigetta di roditore stava sfiorando la rue. Da un lato lo splendido Mar Tirreno e ad est le verdi colline. Poco dopo, il cartello azzurro annunciava: "Marina di Fuscaldo".
Sospirai e dissi: - È un peccato che in questo autunno non ci siano rondini.
Diedi qualche altro passo. Con mia grande sorpresa, come per magia, verso le colline appare il volo felice e rapido di alcune rondini. Non solo credere. Un brivido mi attraversò.
- Ci sono rondini, è di buon augurio - dissi.
C.M.
6.6.18
Los elefantes buenos van al cielo
Los elefantes buenos van al cielo
a la memoria de Pelusa, elefanta muerta un 4 de junio de 2018 en el Zoo de la ciudad de La Plata
Este texto no será leído en festivales
ni en revistas de poesía
ni en lecturas por zoom
ni siquiera los versados en banalidades
se interesarán por él
ni tampoco los cazadores del marfil
pero al escuchar la noticia
Felipe
Felipito de siete años me dijo:
–la elefanta Pelusa no viajará a Brasil.
–¿Por qué?
–porque se murió y viajará al cielo. Los elefantes buenos van al cielo.
–Claro, es cierto –respondí suspirando.
–¿Pelusa va a estar solita? –preocupado
insistió
–No, los elefantes se reencuentran con su manada, ALEGRES, con su
manada. –traté de tranquilizarlo.
En la calle latían las estrellas del otoño
giraban mudos los ayeres
bolsitas de restallantes maníes
giraban
piruetas de un circo triste y alegre
giraban.
Felipe Felipito tenía razón
Los elefantes buenos van al cielo
y Pelusa la buena de Pelusa a su modo
como los árboles valerosos árboles
murió de pie.
C.M.
26.4.18
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Mi piace il profumo del tiglio
Mi piace la solitudine dell'alba
Mi piace la formica che porta la foglia
Mi piace il pane e il canto del grillo
Mi piace la metafora e il blu
Mi piace il vento invisibile
Mi piace la neve quando cade
Mi piace la luna sul mare
Mi piace il calore del legno
Non mi piace
Non mi piace il cielo senza stelle
Non mi piace la bugia sorridente
Non mi piace l'uccello senza ali
Non mi piace lo specchio che non mi parla
Non mi piace la canzone senza vino
Non mi piace il vino senza una parola
Non mi piace la maschera triste del teatro
Non mi piace il teatro senza passione
Non mi piace l'ira del vulcano
Mi piacciono
Mi piacciono le notti iluminate
Mi piacciono le nuvole con l'arcobaleno
Mi piacciono le vecchie scarpe del camminante
Mi piacciono le barche e i gabbiani
Mi piacciono le lettere e i crepuscoli
Mi piacciono le rose dei venti e le rondini
Mi piacciono gli orsi dell'Alaska e le foglie gialle
Mi piacciono le risate di Pulcinella
Mi piacciono i suoni dell'incontro
Non mi piacciono
Non mi piacciono le cittá caotiche
Non mi piacciono gli alberi senza uccelli
Non mi piacciono le mani senza abbraccio
Non mi piacciono gli autunni senza foglie
Non mi piacciono le ore perse
Non mi piacciono le parole vuote
Non mi piacciono le strade senza gelsomini
Non mi piacciono gli inmigranti annegati nel Mediterraneo
Non mi piacciono i mari como tombe
C.M.
25.2.18
Encuentro con poetisas y poetas:Marta Braier y Paulina Vinderman (año 2011)
de izquierda a derecha: Paulina Vinderman, Marta Braier, Susana Civitillo, Carlos Martian.
Paulina Vinderman10.2.18
Oda a un Gran Albatros que vi (de Memorias del Fin del Mundo)
Gran Albatros.
Misterioso manto navegante.
En este momento
durante este breve viaje
por las aguas verdes del Atlántico
deseo retratarte.
Gran Albatros
que bates tus alas
sobre el cenit de mi barco.
Bates tu plumaje blanco y
silencioso
como un lento abanico de nieve.
Alto vuelo y alta cumbre de
tu vuelo.
Gran Albatros
que bates tus alas
por qué has venido
solo?
Creo, nunca lo sabré
Qué escribes legendario
sobre el aire?
Creo, nunca lo sabré.
Gran Albatros
Monarca de los pájaros.
Volantín perlado del
espacio.
Estandarte de los mares.
Permíteme escribir sobre tu
atlas,
escribir sobre tu tremolar errante.
Gran Albatros
Acércate.
Planea raudo de magia y
sortilegios.
Permiteme hablar sobre tus
dones,
sobre tus islas secretas y remotas.
Hablar sobre tu fábula de lunas.
Gran Albatros
Acércate más.
Candil de misteriosa
envergadura alar.
Mensajero etéreo del
océano.
Hábil predictor del tiempo.
Cazador furtivo y profundo.
Gran Albatros
No te rindas.
Desenvaina tu pico infatigable
entre el mar y el viento.
Ave proverbial y legendaria
Alma fulgente del marino.
Gran Albatros
Que ondee tu pañuelo de
esperanza.
Prosigamos nuestro diálogo
de asombro y sombra
iluminada
hasta que la noche oscura luzca su frac,
hasta que baje los párpados
la última estrella.
Gran Albatros
Ha amanecido.
El sol pone los pies en la
cubierta.
Ya no vislumbro
tu silueta de estatua
danzante
tu escolta solitaria y perfecta.
Gran Albatros
A dónde has ido con tu
vuelo?
Solo vislumbro
tu ausencia de frases en el cielo,
y todo fue como un jirón de
niebla
y te despido
entristecido y triunfal
con una eterna gota de lágrima marina.
Carlos Martian
2.9.17
Monumento al Perro: ya puedes conseguir el nuevo libro, edit. Eloisa Cartonera
MONUMENTO AL PERRO
El libro va acompañado por fotografías y en el capítulo final (Placa historia de mi Perro) quedan unas páginas en blanco donde el lector puede agregar la historia que lo une o ha unido a su perro predilecto.
Los perros simbolizan las virtudes que buscamos en las demás personas: lealtad, compañerismo, gratitud, bondad, humildad, y nobleza. Todo ello reunido en un solo ser.
El libro inicia con una imprescindible mención de las celebraciones, como el Día del Animal, el Día Nacional del Perro, y trae a la memoria el nombre de perros significativos, así como perros y humanos significativos: Fernando el Perro; Hachiko; Bruno; Ulises y Argos; Miguel de Cervantes y los Perros; Axel Munthe, protector de Perros; Poeta Rafael Alberti y Niebla; Pablo Neruda, Chu Tuh, y Nyon; el poeta Vicente Aleixandre y Sirio; la escritora Victoria Ocampo y Beauty; el escritor Eduardo Galeano y Morgan; el poeta Michel Houellebecq y Clément; el escritor José Saramago y Camoens; el cantor de tangos Carlos Gardel y Blanquito ; el beatle Paul Mc Cartney y Martha; el filósofo Arthur Shopenhauer y Atma; el psicoanalista Sigmund Freud y Jofie ; y algunos escritores más.
Cada texto, excepto el dedicado a Pluto, esta basado en vivencias reales. Hay muchas anécdotas sobre perros. Algunas tienen final feliz, otras no tanto. Muchos de los perros los he conocido, a otros he querido conocerlos para saber de sus devenires perrunos. Debo decirles que aprendí y sigo aprendiendo de estos seres ladrantes.
Esta obra no tiene un afán presuntuoso, por el contrario, asoma con un humilde pero inalterable y justo reconocimiento para nuestros quijotescos compañeros: los perros.
Así que a ellos, los perros, este Libro-Monumento, una manera de decir, donde cada texto, cada poema, cada pequeña historia, es como una placa resplandeciente que encuentra un lugar de invulnerable afecto.
MONUMENTO AL PERRO
Ed. Eloisa Cartonera
26.8.17
Lo Desaparecido
Lo que fue
Lo que pudo ser
Lo que ya no es
Lo que se quitó
de vida
de amor
de muerte
de odio
o de albor.
Duele como una
lanza de hielo
como un
sismo de cristal.
Perdura como una
injusticia amarga y yerta
de nieves eternas.
Lo desaparecido
es la nada o
es el todo.
Es el sol negro
del recuerdo.
C.M. de La Hora de las Estatuas (abril, 2007)
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